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Inaugurata l’11 novembre del 1926, la Route 66, è divenuta la strada più famosa d’America! Conosciuta anche come Mother Road (Strada Madre) o Will Roger Highway, è stata una delle prime e più importanti highway (strade a scorrimento veloce) federali che collegava ben 8 Stati.

La Route 66 per decenni, è stata il fulcro dell’economia delle città che attraversava. Purtroppo con l’introduzione nel 1985 del nuovo sistema delle highway, l’Interstate Highway System la Route 66 cessò ufficialmente di esistere. E grazie al lavoro di alcune associazioni la strada esiste ancora oggi con il nome di Historic Route 66, ed è così tornata sulle mappe.

Ripercorriamo insieme la storia della Route 66, 3940 chilometri che hanno raccolto sogni e speranze di migliaia di americani e non, che l’hanno attraversata. E che oggi offre ai viaggiatori di tutto il mondo un itinerario alla scoperta dell’anima più autentica dell’America.

Storia della Route 66

Gli USA nei primi anni del ventesimo secolo erano percorsi da una rete stradale malmessa e molto disorganizzata che variava notevolmente da stato a stato. Per questo motivo a partire dal 1924 si iniziò la progettazione di un sistema che potesse riorganizzare le strade esistenti, per rendere gli spostamenti sempre più semplici.

Pompa di benzina sulla Route 66
Stazioni di servizio sulla Route 66

2 anni dopo, l’11 novembre del 1926, venne aperta la Route 66 che aveva il compito di collegare Chicago e i flussi provenienti dalla costa est con la California. Il nome Route 66 venne approvato ufficialmente dal Bureau of Public Roads. 

Per non deturpare il paesaggio la strada era piena di curve tanto che, almeno inizialmente, molti furono gli incidenti rilevanti lungo il percorso. Per questo venne soprannominata Bloody 66 (Sanguinosa 66), ma vennero avviati i lavori per migliorare la sicurezza e quindi modificare le curve più pericolose.

Come tutte le altre highways anche la Route 66 aveva il fondo in terra battuta. Grazie agli sforzi dell’Associazione della Route 66, nel 1938 divenne la prima completamente asfaltata!

La Route 66 inizia ad ottenere la sua fama durante gli anni della Grande Depressione. Diventa una delle vie di comunicazione più utilizzate da coloro che si spostavano verso l’ovest in cerca di lavoro. Mentre durante il periodo bellico della Seconda Guerra Mondiale la Route 66 divenne sempre più utilizzata per le necessità militari degli Stati Uniti. 

Gli anni dell’immediato dopoguerra sancirono la fama della Mother Road, dove lungo il suo percorso si svilupparono numerosi business, soprattutto a conduzione familiare,  come motel, stazioni di servizio e drive in! Aiutati dall’illuminazione al neon questi business prolificarono e divennero il marchio inconfondibile della Route 66.

Il declino della Route 66

Le abitudine e soprattutto le necessità degli americani cambiarono. Il presidente Eisenhower decise di ristrutturare completamente il sistema delle Highway federali rendendole più grandi, veloci e sicure per facilitare gli spostamenti di una nazione sempre più motorizzata. 

Route 66 tombino storico
Storico tombino sulla Route 66

Quindi verso la metà degli anni ’50 la Route 66 iniziò a conoscere il suo declino! Declino culminato alla fine degli anni ’60, quando la costruzione delle Interstate a più corsie, che in molti casi correvano parallele alla “vecchia” strada, iniziò ad essere portata a termine. 

Nel 1984 l’ultimo tratto della Route 66, che attraversa l’Arizona venne cancellato dalle mappe e l’anno seguente la Route 66 cessò ufficialmente di esistere.

La Route 66 non venne sostituta da un unica Interstate, ma da varie:

  • I-55 da Chicago a San Louis 
  • I-44 da San Louis a Oklahoma City
  • I-40 da Oklahoma City a Barstow (California) 
  • I-15 da Barstow a San Bernardino 
  • I-10 da San Bernardino a Santa Monica

La Route 66 oggi

Quando la Route 66 venne dismessa, i vari tronchi della strada vennero trattati in modi molto diversi. La Route 66 oggi è essenzialmente un mix discontinuo di manto stradale originale, successive modifiche e sovrapposizioni. 

Motel sulla Historic Route 66

In alcune città la Route 66 divenne un semplice collegamento commerciale con le interstate. Mentre altri tratti della Route 66 diventarono strade statali, locali, private e purtroppo addirittura abbandonate.

Proprio quando la Route 66 si apprestava quindi a diventare solo uno sbiadito ricordo della storia, varie associazioni si sono impegnate per cercare di preservarla. Nel 1990 lo Stato del Missouri dichiarò la Route 66 come “Strada di interesse storico” e nel 2005 ha dichiarato la strada “State scenic byway” per tutto il tratto che gli compete.

Ai nostri giorni localizzare il percorso della Route 66è alla portata di tutti. Ormai più dell’ottanta percento del tracciato originale è facilmente percorribile e attraverso guide e mappe specializzate si può pianificare al meglio il viaggio sulla mitica Route 6 o meglio sulla Historic Route 66.

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Cosa vedere lungo la Route 66

La Mother Road vi permetterà di attraversare ben 8 stati, eccoli da Ovest ad Est:

  • Illinois
  • Missouri
  • Kansas (per un brevissimo tratto)
  • Oklahoma
  • Texas
  • New Mexico
  • Arizona
  • California

Partendo dal punto d’inizio, in Illinois, la prima grande città è Chicago con lo Skydeck, lo Shedd Aquarium e il Millennium Park da vedere assolutamente. Proseguendo in direzione est, troviamo la prima Springfield, che fu la città natale di Abramo Lincoln. A metà tra Illinois e Missouri c’è la città di Saint Louis, con il suo famoso Gateway Arch, la porta d’ingresso della città.

Passando per il Kansas, che è lo Stato dove si trova il pezzo più corto della Route 66, a Baxter Springs si può visitare  l’Independent Oil & Gas, inserito nell’elenco dei Luoghi Storici, e il Café on Route 66. Mentre a Riverton ci sono l’Historic Rainbow Bridge e il Williams Store – Eisler Brothers Old Riverton Store (il più vecchio negozio ancora aperto della Route 66).

In Oklahoma la Route 66 passava per Tulsa, che ai tempi della Grande depressione era considerata la capitale del petrolio. Dopo Tulsa si incontra è Oklahoma City, che affascina il viaggiatore con il suo carattere tipicamente western. Attraversando l’Oklahoma si può vedere la famosa Balena Blu di Catoosa e il Totem più grande del mondo, che si trova a Foyil.

In Texas la prima città del tracciato è Amarillo e anche qui ci si può immergere totalmente nel mondo dei cowboy. A Conway c’è anche l’Historic Segment of Route 66, il tratto di strada meglio conservato della Mother Road, tanto da essere inserito nell’elenco dei Luoghi Storici.

Dal Texas si passa in New Mexico, per la città di Santa Fe, città dal sapore tipicamente Messicano. Sempre in New Mexico, si incontra Albuquerque, tipica città del sud-ovest americano, ricca di storia e di quel fascino speciale tipico delle zone più meridionali degli Stati Uniti.

Lasciato il Nuovo Messico si entra nella spettacolare Arizona. In Arizona si la Route 66 passa per il “Four Corners”, il luogo dove 4 Stati dell’Unione si incontrano (Arizona, Colorado, New Mexico e Utah) e dove è situato il Four Corners Monument.

Lasciato lo stato dell’Arizona, si giunge all’ultimo Stato attraversato dalla Route 66: la California. A Los Angeles c’è il cartello che indica la fine del Route 66. Ma prima di arrivarci ci sono molte cose interessanti da vedere lungo la Route 66. Come il Bottle Tree Ranch, una foresta di alberi in metallo pieni di bottiglie; o Rancho Cucamonga, la più vecchia azienda vinicola della California.

Route 66 e la letteratura

La Route 66 ha avuto ed ha un grandissimo impatto sulla cultura popolare americana perché simbolo della migrazione da est ad ovest, dal freddo della regione dei Grandi Laghi al sole della speranza californiana. 

Nel grande romanzo “Grapes of Wrath” (Furore) di John Steinbeck, narra la storia di una famiglia che parte dall’Oklahoma per cercare di fortuna in California, attraversando proprio la Route 66. Proprio a Steinbeck si deve il soprannome più conosciuto della Route 66 che fu ribattezzata Mother Road, un nome che per molti rappresentava quello che cercavano percorrendola: sicurezza e speranza.

Nel 1951è stato pubblicato un altro capolavoro letterario che contribuì ad alimentare la fama della Route 66: “On the Road” (Sulla Strada) di Jack Kerouac. “On the Road” narra le avventure sulle Route 66  dell’autore e della sua voglia di libertà, diventato il manifesto della Beat Generation.

Route 66 e il cinema

La Mother Road è comparsa in numerose pellicole, o come vero e proprio protagonista o come sfondo per decine di storie. Sulla Route 66 è stato girato, “Furore”, prodotto nel 1940 e tratto dall’omonimo libro di Steinbeck, con la regia di John Ford. 

Fine della Route 66

Lungo la Route 66 è stato ambientato anche “Easy Rider” di Dennis Hopper con Peter Fonda e Jack Nicholson. Sulla Route 66 nel 1980 sono state girate scene di “The Blues Brothers”, film di John Landis e interpretato da John Belushi e Dan Aykroyd. 

L’unico film che abbia mai portato il suo nome, Route 66, è una pellicola del 1998 diretta da Steven Kent Austin. La Route 66 ha dato il suo nome anche ad un popolare spettacolo televisivo trasmesso dalla Cbs negli anni Sessanta, con due giovani americani in cerca di avventure sulle strade americane a bordo della loro Corvette.

La Route 66 la si trova anche in “Thelma & Louise”, film del 1991 di Ridley Scott con Susan Sarandon, Geena Davis e Brad Pitt dove le protagoniste, per larga parte della pellicola, percorrono l’asfalto della Strada Madre. La strada è stata scelta anche da Barry Levinson per il suo “Rain Man – L’uomo della pioggia”, con Tom Cruise e Dustin Hoffman.

Non possiamo dimenticare il film di animazione della Disney, “Cars”, in cui il protagonista, Saetta McQueen si perde e finisce in una cittadina semi-abbandonata lungo la Route 66: Radiator Springs. 

Route 66 e la musica

La Route 66, essendo un pezzo importante della cultura pop del Novecento, non poteva non esser celebrata anche dalla musica.

“Get your kicks, on Route 66” scritta nel 1946 da Bobby Troup, e cantata sempre nello stesso anno da Nat King Cole. Questa canzone racconta l’esperienza dello stesso autore sulla mitica Highway americana. È stata successivamente riarrangiata anche da molti altri artisti fra i quali Chuck Berry, i Rolling Stones ed i Depeche Mode.

Bruce Springsteen, invece, la cita nella sua canzone “Cadillac Ranch”, mentre gli Eagles hanno reso celebre il piccolo centro di Winslow, Arizona, con la loro canzone “Take it Easy”.

Concludendo

La Route 66 è una vera e propria icona della cultura popolare statunitense. Il senso di libertà, la speranza di una vita migliore che ispirava, sono caratteristiche che ancora oggi sono capaci di affascinare il grande pubblico; il declino della Route 66 e l’impatto che esso ha avuto sulle piccole comunità che attraversava, non hanno fatto altro che accrescerne il mito.

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