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Definiti sin dalla loro nascita con un aggettivo e un sostantivo di derivazione anglo-americana, i “social network”, impongono la loro lingua madre anche nel resto del mondo. Nell’era dei social network, e più in generale del mondo di Internet, è inevitabile confrontarsi con nuovi tipi di vocaboli e modi di dire. C’è un intero nuovo universo linguistico in evoluzione che è sempre più parte del nostro quotidiano.

Account”, “link”, “post”, “tag”, “chat”. I termini chiave, che ci permettono di interagire con il nostro social network preferito, restano in inglese e nessuno si è preoccupato di tradurli. Svista o accettazione linguistica passiva? Ormai questi termini inglesi sono entrati a far parte della nostra lingua e una società che vuole fare una comunicazione efficace sul web non può ignorare questo nuovo lessico.

Inoltre molte di queste parole sono ormai anche state integrate nell’Oxford English Dictionary. L’OED sta alla lingua inglese come l’Accademia della Crusca sta alla lingua italiana. L’Oxford English Dictionary negli ultimi anni sta registrando nuovi vocaboli e idiomi entrati nell’uso comune, molti dei quali proprio derivati dai social networks.

L’impatto sulle conversazioni nel mondo reale

Il linguaggio è una cosa che evolve. È ingenuo pensare che il linguaggio dei social networks non abbia effetto anche sul modo in cui noi usiamo l’inglese nella vita di tutti i giorni. A causa del fascino esercitato dall’inglese, i parlanti accettano senza nemmeno rendersene conto, una serie di termini stranieri che riutilizzano automaticamente nella conversazione quotidiana. 

Ad esempio: nessuno direbbe “facciamoci una chiacchierata in rete”, preferendo piuttosto abbreviare il concetto con “chattiamo”, utilizzando pertanto un vero e proprio calco della parola inglese “chat” (conversazione) italianizzandolo. 

Ci sono anche esempi di marchi diventati così potenti che si sono inseriti nella lingua comune. Google, il popolare motore di ricerca, è diventato talmente universale che anche in italiano si usa l’espressione ‘Gugolare’ nel senso di cercare e trovare in rete.

L’uso degli acronimi (un’abbreviazione formata dalle iniziali di altre parole e pronunciate come una parola sola) sostituisce ora intere frasi: LOL (laugh out loud), OMG (Oh my God), TTYL (talk to you later) sono solo alcuni acronimi che dimostrano come i social network hanno velocizzato le cose, riducendo l’esigenza di scrivere frasi più lunghe. Un insieme di acronimi, abbreviazioni e neologismi sono il nostro nuovo modo di farci capire da chi ci sta intorno.

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Diamo un’occhiata ad altri termini

  • Selfie: il famoso “autoscatto”! Nell’agosto 2013 il termine è stato definito dall’Oxford English Dictionary come «Una fotografia di sé stessi, tipicamente ripresa con uno smartphone o una webcam e caricata su un social network», e nel novembre dello stesso anno il medesimo dizionario l’ha considerato “parola dell’anno”. Nell’ottobre del 2014, il vocabolario Zingarelli ha preso atto dell’ingresso del vocabolo nella lingua italiana.
  • Post: è il messaggio testuale inviato a un social network come contributo personale. Che sia sul proprio profilo di Twitter o Linkedin o sulla timeline di Facebook.
  • Timeline:  un tempo questo termine indicava il quadro temporale all’interno del quale un progetto doveva svolgersi, oggi è diventato il nostro diario di Facebook. Una via di mezzo tra un diario e un calendario della nostra vita, che riporta foto di viaggi, pensieri e eventi a cui parteciperemo.
  • Influencer: termine molto utilizzato negli ultimi tempi, indica quello che influenza. Gli influencer sono utenti dei social networks con migliaia o milioni di follower che come attività principale generalmente tengono dei blog incentrati su diversi settori. Possono letteralmente spostare opinioni e generare mode tramite i loro post.
  • Troll: sono profili che scrivono commenti offensivi o provocatori su post pubblici con lo scopo di creare conflitti online. Sono per lo più profili falsi che intervengono nelle discussioni al solo scopo di diffamare. Spesso i troll sono creati per generare le famose fake news. 
  • Hater: come i troll sono persone o profili che mirano a minare la credibilità di personaggi pubblici, brand o luoghi al solo scopo di distruggerne la fama e ovviamente causarne il crack finanziario, o comunque approfittare del cambio di pensiero dell’opinione pubblica.
  • Buzzword: una parola o un’espressione che è di moda in un certo momento o in un particolare contesto.
  • CTA/Call To Action: questo è un strumento di puro marketing per creare ENGAGEMENT nei confronti del proprio brand. La CTA può essere, nel messaggio di un brand sulla sua pagina social, un “clicca e scopri”. Serve ad attrarre utenti e quindi potenziali clienti. In molti casi diciamo che è la prima fase del famoso funnel.
  • Insights: sono gli strumenti di Facebook a disposizione per monitorare il successo di una pagina, come i like ricevuti, le recensioni, i commenti e qualsiasi tipo di interazione con essa.
  • Retargeting: altro strumento di Facebook. Permette di “riacchiappare” le persone che sono venute a contatto con un contenuto senza però registrarlo tra i propri preferiti (per i comuni mortali, senza “mettere mi piace”). Il retargeting serve proprio a far comparire la propria pubblicità a chi cerca uno specifico prodotto o servizio.
  • SEO: termine più legato a mondo dei motori di ricerca. Il Search Engine Optimization permette di migliorare la visibilità di un contenuto come un sito Web tramite diverse strategie di posizionamento.
  • Blog: La parola “blog” è una contrazione da “web-log”, ovvero diario online. Questo termine indica un particolare sito internet in cui l’autore (che viene definito blogger) pubblica più o meno periodicamente dei post.

Concludendo

I social network e più in generale il mondo di internet, hanno cambiato il modo in cui parliamo e scriviamo in inglese? Sì, innegabilmente. Pensando solo a dieci anni fa, se qualcuno  ci avesse chiesto di “diventare amici” o “Instagrammare” una foto, avremmo scosso la  testa e ci saremmo chiesti se questa persona stava bene.

Quindi impariamo a introdurre questi moderni anglicismi nel nostro modo di parlare, accostandoli a termini già esistenti e utilizziamoli nella giusta misura. Tale pratica arricchirà il nostro bagaglio lessicale e renderà più agevole l’apprendimento della lingua inglese.

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