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Nel penultimo articolo “Lingue diverse: ponte o barriera?” Abbiamo lasciato in sospeso un argomento, dovevamo parlare di Glottodidattica ludica. Glotto…che? Ebbene si, sembra una strana forma di influenza ma in realtà è una disciplina che se fatta bene produce ottimi risultati nell’apprendimento delle lingue. 

Cos’è la glottodidattica ludica?


Il dizionario Treccani definisce la glottodidattica in questi termini: Settore della linguistica che ha per oggetto l’insegnamento delle lingue (cioè della lingua prima, o materna, e di una o più lingue seconde), sia seguendo i metodi tradizionali scolastici sia adottandone altri fondati su concezioni e teorie linguistiche diverse (strutturalismo, linguistica generativo-trasformazionale, grammatica contrastiva, ecc.) e col sussidio delle tecniche e degli apparati più avanzati (computer, mezzi audiovisivi, ecc.).

A questa definizione molto tecnica e precisa aggiungiamoci la parola ludica cioè “attinente al gioco”.

Ora, tutti questi paroloni a noi non ci servono per capire che questa disciplina è una metodologia che usa il gioco per raggiungere degli obiettivi ben precisi.

Infatti attraverso il gioco è possibile:

  • presentare la lingua in modo divertente
  • stimolare la curiosità del bambino e quindi l’apprendimento 
  • creare un ambiente rilassato nel quale il bambino possa esprime le proprie emozioni 

Ovviamente il gioco deve essere strutturato: l’insegnante deve creare un iter ben preciso e sapere “dove andare a parare” cioè il gioco glottodidattico si pone degli obiettivi formativi e linguistici da raggiungere in un determinato periodo di tempo. Cosi, una volta raggiunto un traguardo, si passa all’obiettivo successivo da raggiungere e cosi via… 

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Gli strumenti della glottodidattica ludica

I bambini apprendono in modo diverso e quindi sono necessari strumenti diversi. Un’insegnante attento e coscienzioso, fornirà tutti gli strumenti necessari per poter raggiungere lo scopo finale che è: appassionare il bambino (in età prescolare) alla comunicazione in un’altra lingua diversa dalla propria in modo tale che possa coltivare nella sua crescita formativa l’amore per l’inglese.

Quali sono questi strumenti? Ad esempio se i canali sensoriali sono tutti attivati, il bambino potrà imparare parole, frasi o fiabe passando attraverso l’uso di: 

  • immagini
  • suoni
  • video 
  • sapori 
  • odori 
  • manipolazione
  • movimento 
  • craft activities

Insomma, giocare bene ed imparare non è proprio “un gioco da ragazzi” o come si dice in inglese  “It’s a piece of cake”.

Bye for now…

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